Howlin' Wolf. I'm the wolf by Luigi Monge;

Howlin' Wolf. I'm the wolf by Luigi Monge;

autore:Luigi Monge; [Monge, Luigi]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Musica
ISBN: 9788862314367
editore: eDigita srl.
pubblicato: 2014-11-03T23:00:00+00:00


FRONT

AND BACK DOORS

OF DECEPTION.

Bisogna fare in modo che le parole siano ben capite e scandite: solo così tutti potranno apprezzarne la forza emotiva e comprendere la canzone.

Un sacco di gente pensa che un cantante è bravo: pochissimi, però, riescono a venirsene fuori su due piedi e cantare un pezzo che la gente possa apprezzare senza alcun tipo di preparazione.

In genere il pubblico non capisce la musica, ma il testo sì.

Se capiscono il testo e la canzone è buona e ricorda loro

un momento qualsiasi della loro vita o del loro modo di pensare, sei

già a metà strada.

Se poi hai della musica decente che ha un bel suono con un ritmo di

un certo tipo che può catturare l’attenzione, è fatta.

Tutto quel che ti serve è farla sentire più che puoi e diventa il tuo

lavoro.

– Willie Dixon

Un sacco di gente canta, ma non capisce quello che canta.

Quando ripeti le parole, devi essere sicuro di capire quel che stai

dicendo.

– Howlin’ Wolf

È vero che in apparenza [Howlin’ Wolf] non si preoccupa granché

delle parole.

A volte ripeterà a se stesso una strofa in continuazione,

ruminando un verso

finché ne ha estratto l’ultimo briciolo di sentimento, ma senza molta

attenzione per il significato.

– Peter Guralnick

Lo sappiamo: i miti sono duri a morire. Ora, non ho nessuna intenzione di far finta che non esistano, ma credo nell’eutanasia critica di quelle affermazioni che ci vengono propinate come vere, anche se è noto che vere non sono.

Per quel che vale adesso, continuate pure ad alimentare il mito di Robert Johnson, ma ci tengo a precisare che la scintilla che invece alimenta me e questo secondo libro rimane quella di fare ricerca sui testi distinguendo in modo oggettivo tra fatti e fantascienza. Spesso senza citarne le fonti, la tendenza, oggigiorno, è invece quella di riciclare improbabili etimologie africane lette da qualche parte senza ponderarle o confrontarle con altre, far passare come vere fandonie mascherate da leggende grazie al beneficio del dubbio. Come ad esempio quella di Bessie Smith morta per dissanguamento in seguito a un incidente stradale a Clarksdale, Mississippi, in seguito a omissione di soccorso poiché persona di pelle troppo scura per essere ammessa in un ospedale riservato ai bianchi,167 o quella di Muddy Waters che lavora come imbianchino negli studi Chess,168 o quella qui di seguito, che fa al caso nostro per introdurre in modo appropriato questo capitolo e spiegarne il titolo:

Uno degli effetti collaterali fuori luogo della mitologia Blues è stata l’affermazione – ribadita da Shirli Dixon Nelson, la figlia di Dixon, e da alcune guide turistiche – secondo cui agli artisti neri, da Muddy Waters e Chuck Berry a sconosciuti sessionmen, non veniva permesso di entrare dalla porta principale [della Chess Records], ma veniva richiesto di usare l’entrata sul retro. I musicisti talvolta usarono la porta sul retro dell’edificio situato al 2120 di South Michigan, spesso per portare i propri strumenti su nello studio in quanto era più comodo. Ma l’affermazione secondo cui veniva loro impedito di entrare dalla porta principale non contiene il benché minimo briciolo di verità. “Sono stronzate,



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.